Un sos dalla psiche femminile dilaniata dalla perpetua richiesta di abbandono della propria identità al servizio di una logica altra. Torna May Day, lo spettacolo di freefall dance company, ieri sera ad Onnivora – a Ponte Felcino – con una nuova versione per valorizzare la drammaturgia ed il lavoro coreografico di Sara Marinelli. Al centro una donna divisa tra ricerca del sé e aspettativa dell’altro. Cinque sono le energie come le ballerine (Eleonora Cantarini, Valentina Jalali, Valeria, Brunori, Debora Renzi e Debora Tuteri) che in una lotta senza quartiere si contendono il primato della psiche. Tra cadute incessanti ed un rap che può ristabilire gli equilibri di forza, si consuma una dura rigenerazione. Spesso il corpo – abili le evoluzioni di Eleonora Cantarini, qui a fianco nella foto di Lesar Stepputat – può ribellarsi agli impulsi della mente cercando una propria via che passa attraverso rabbia e voglia di riscatto. Un percorso che assume contorni epici – lo sottolineane le musiche – come ormai epocale è il ventennio di cultura che rese mediatica, e quindi pericolosamente accessibile, l’immagine femminile svuotata da ruolo sociale e memoria storica. Quella cioè più idonea al marketing aziendale. E non stupisce che il tema della nevrosi da rintuzzamento dell’identità femminile sia presente in così tanti lavori, dalla danza al teatro fino al cinema indipendente. Intanto, ieri sera le due repliche inserite nella programmazione della manifestazione di Tra cielo e terra, sotto la direzione artistica di Ciro Masella, hanno incassato il tutto esaurito.
Client: Free Fall Dance Company
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